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Avanza a luci soffuse, incurante – sembra – del pubblico. Diremmo, nella concentrazione assoluta. Indossa l’antico frack dei grandi concertisti di sempre. Oggi, lui e Radu Lupu, sono forse i pi� grandi. Perch� uniscono una perfeziona tecnica sbalorditiva ad una capacit� di entrare nel mondo dell’artista che interpretano assolutamente unica. � un carisma, questo del russo Sokolov, ex fanciullo prodigio, che dona agli spettatori senza alcun esibizionismo. La vera grandezza artistica coincide infatti con la grandezza umana.
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Si parte con un Bach italiano e francese. Il�Concerto nello stile italiano in fa maggiore�inizia con una carrellata giocosa di trilli ed acciaccature che sembrano gocce d’acqua brillanti, tanto la diteggiatura del pianista � vaporosa; il secondo movimento, poi, l’Andante, � un prodigio di luce. Soprannaturale. La tastiera per clavicembalo di Bach si adatta molto bene al piano, Sokulov ha l’intelligenza di farne rivivere il tocco argentino e la dinamica, meravigliosa, dei piani e dei forti, del suono pieno e dell’eco che gli risponde, come si usava in et� barocca.
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Come trova la capacit� di far suonare un pianoforte come un organo o una orchestra? Mistero di un carisma unico di intelligenza e di amore. Il secondo brano � l’Ouverture nella maniera francese: otto pezzi, uno diverso dall’altro, tra gaiezza, raffinatezza, disinvoltura e preziosit�. Bach rif� il mondo francese, ma a modo suo. C’� sempre una trasparenza, un ordine, una misura nella sua musica. E, diciamolo pure, un senso di grande coralit�. Ecco, Sokulov riesce �a trasmettere la coralit�, cio� l’universalit�, bachiana. Anche su un solo pianoforte.
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Nella seconda parte del concerto si passa al romanticismo fantasioso di Schumann. La�Umoreske�in si bemolle maggiore, degli anni quaranta dell’Ottocento, svela un pianismo fascinoso. Qui Sokulov sembra un altro nelle sonorit� ora sfumate ora possenti, nell’oscuramento talora della melodia a favore di “rumori dell’anima”. Schumann �vuole uscire dalla forma stabilita, la sua fantasia tende all’“oltre”. Sokulov entra con lui in un universo sentimentale ora sereno, ora burrascoso, ora gioioso, con assoluta identificazione.
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Meraviglia sempre – frequento il pianista da un ventennio – come egli non perda un attimo di concentrazione: esistono solo lui e il piano, o meglio, esiste solo la musica. Applausi �a non finire da parte di un pubblico entusiasta, cosciente di essere di fronte ad un genio dell’interpretazione musicale senza divismi. Che � poi incredibilmente generoso, regalando ben sei bis. Il�Notturno di Chopin, goccia d’acqua di un tocco che � un soffio, brani barocchi glissano sui tasti come una carezza, un pezzo romantico di un furore contenuto. Vale la pena acquistare un dvd di Sokulov, per rivederlo o scoprirlo: sar� una rivelazione. � |